Dal negozio fisico allo showroom: il cambiamento di paradigma della vendita online

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24/10/2018

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Ángela de la Vieja

L’e-commerce si consolida come opzione reale fra le possibili forme di acquisto per gli utenti spagnoli. Secondo un recente studio di IAB Spain, in Spagna comprano online più di 19 milioni di utenti. L’e-commerce non è più una cosa esclusivamente dei giovani; millennials, generazione z e baby boomer usufruiscono in misura sempre maggiore di internet quando si tratta di fare acquisti. E questo esercita chiaramente un forte impatto sul commercio fisico o locale.

L’auge degli acquisti su internet ha fatto sì che retailer di ogni genere cercassero nuove vie per mettere a reddito i loro negozi fisici: affitti, commerciali o venditori, forniture, pulizia, sicurezza... Ai giorni d’oggi, la percentuale delle vendite online aspira a superare gli introiti generati dai locali in fondo alla strada. Questo, in settori come quello della moda o della tecnologia, significa dover dotare i negozi di un’esperienza di acquisto diversa per i potenziali clienti.

In questo senso, grandi realtà come Inditex propongono idee innovative basate sull’uso dello spazio fisico come una specie di showroom, dove esporre un campionario di tutto ciò che è possibile comprare nel rispettivo negozio online. Altri, tuttavia, hanno scommesso sul fare la differenza mediante un’esperienza personalizzata, intima e squisita dell’acquisto diretto in negozio; forse, una proposta più adatta al commercio di lusso.

Il concetto di showroom si vede adesso rafforzato dal grande progresso tecnologico, che permette di trasformare il negozio in un luogo dove godere di un’esperienza d’acquisto completamente diversa. È impossibile immaginare il negozio del futuro senza beacon, camerini virtuali e schede prodotto complete e accessibili dallo stesso locale commerciale.

Seguendo la linea dell’esempio di Inditex, il suo marchio distintivo, Zara, ha già cominciato a servirsi di tutta questa tecnologia innovativa, per permettere ai suoi potenziali clienti di godere di un’esperienza unica. L’ultimo negozio di Zara a Londra lavora già secondo i parametri di uno showroom esclusivo.

Sulla scia di quest’idea, emergono anche nuovi concetti di business come gli stessi stabilimenti a uso showroom, nei quali non è possibile comprare niente direttamente. In questo tipo di attività, è possibile solo guardare, provare e confrontare, ma non acquistare il prodotto. L’obiettivo è che l’utente faccia il suo acquisto online e riceva il prodotto dove e quando desidera.

La digitalizzazione del commercio

Parallelamente allo sviluppo della tecnologia, che permette di creare una simbiosi significativa fra il commercio fisico e l’e-commerce, la grande preoccupazione delle piccole attività commerciali per la trasformazione digitale fa in modo che si pongano interrogativi diversi riguardo al loro ruolo di fronte a questo nuovo paradigma.

La nuova modalità di fare acquisti ha suscitato da concetti originali a specifiche proposte regolative che sanzionino l’acquisto e la restituzione online. Tuttavia, la sicurezza dei venditori affonda le sue radici nella differenziazione delle piccole attività commerciali. Negli ultimi anni, insieme alla crescita dello stesso e-commerce, si è potuto assistere alla crescita distopica di negozi piccoli, locali, specializzati, soprattutto, in lavori artigianali.

L’aspetto sorprendente di questa nuova situazione è l’ampio ventaglio di possibilità che si apre davanti a ciascun venditore. Adesso la sfida sta nel fare le scelte giuste e in questo ambito è l’esperienza propria e quella dei competitor a determinare le migliori opzioni da seguire.

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